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Tea Bonelli

Se è stato Gianluigi Bonelli, rilevando la rivista L’Audace e scrivendo centinaia di sceneggiature, a gettare le fondamenta della casa editrice da cui, a partire dal 1990, è sorta la Sergio Bonelli Editore, è tuttavia merito di sua moglie Aristea Bonelli se questa ha attraversato indenne il dopoguerra per poi crescere sempre più solida, personaggio dopo personaggio, serie dopo serie.

Nata a Milano il 4 ottobre 1911 in una famiglia originaria del Polesine, Tea Bertasi (questo il suo nome da nubile) sposa Gianluigi Bonelli nel 1930 e collabora con lui sin dagli inizi della sua attività editoriale, prendendola sulle sue spalle quando il marito è costretto a rifugiarsi in Svizzera a causa della guerra. Al termine del conflitto, i coniugi Bonelli si separano: Gianluigi si stabilisce a Genova, mentre la signora Tea, rimasta a Milano con il figlio Sergio, prosegue l’attività editoriale.

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Nel 1945, Tea assume definitivamente la direzione delle Edizioni Audace (la casa editrice acquisisce il nome della prima rivista). “Donna di grande senso pratico, proiettata improvvisamente in un mondo di fantasia”, come lei stessa ha avuto modo di definirsi, in un primo momento si limita a ristampare le storie prodotte negli anni precedenti la guerra, poi decide di costituire un valido staff in grado di creare nuovi fumetti. I primi chiamati a tale compito sono lo stesso Gianluigi Bonelli, allontanatosi per qualche anno per collaborare con altri editori, e il disegnatore Aurelio Galleppini. Nel 1948, i due autori realizzano Occhio Cupo e Tex, ma è solo quest’ultimo che incontra i favori del pubblico.

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In un piccolo appartamento di via Aurelio Saffi, a Milano, condiviso con il figlio e con Aurelio Galleppini, giunto nel capoluogo lombardo dalla Sardegna l’anno precedente, ha sede anche la redazione condotta da Tea Bonelli. È alla fine degli anni Quaranta, e anche grazie a Tex, che prende piede nell’editoria a fumetti il formato (di origine statunitense, ma di grande successo in Italia) della striscia (17 x 8 cm), ottenuto cercando di fare necessità virtù: gli alti costi di carta e stampa impongono agli editori di settore, spesso non supportati da grandi capitali, di ottimizzare le scarse risorse disponibili. La scelta del formato a striscia è dovuto in parte anche alla possibilità di utilizzare carta avanzata dalla stampa di altri periodici e di quotidiani. Altri elementi che spingono le case editrici di settore a produrre albi di piccole dimensioni e dal basso prezzo di copertina sono lo spazio esiguo concesso ai fumetti nelle edicole e i pochi soldi nelle tasche dei ragazzini.

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La scelta è vincente. Con il tempo, e con l’aumentare delle pubblicazioni, si amplia lo staff della casa editrice, grazie all’arrivo della signorina Antonia, prima segretaria di Tea Bonelli e zia di Liliana Gentini, attuale segretaria personale di Sergio Bonelli, e aumenta il numero dei collaboratori artistici. A Bonelli e Galleppini, spina dorsale delle Edizioni Audace, si aggiungono, a partire dai primi anni Cinquanta, i nomi di autori fondamentali nella storia del fumetto nostrano, come Rinaldo Dami (Roy D’Amy), Rino Albertarelli, il trio EsseGesse (composto da Giovanni Sinchetto, Dario Guzzon e Pietro Sartoris), Paolo Piffarerio, Leone Cimpellin, Dino Battaglia, Gino D’Antonio e molti altri ancora.

Con il crescere, passo dopo passo, delle dimensioni delle Edizioni Audace, aumenta anche il successo. Escono serie come Mani in alto! (1949), Gordon Jim (1952), I tre Bill (1952), Il sergente York (1954), Hondo (1955).

Nel 1957, Tea Bonelli cede il timone della casa editrice, ancora di piccole dimensioni ma molto vitale, al figlio Sergio Bonelli, destinato a traghettarla fino ai giorni nostri. Tea si spegne serenamente il 6 agosto del 1999.

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