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Guido Zamperoni

Nel 1948, quando entra in contatto con le Edizioni Audace di Tea Bonelli, Guido Zamperoni è un professionista che già da quattordici anni presta le proprie capacità grafiche ai più importanti editori di fumetto italiani. Il suo esordio risale, infatti, al 1934, quando realizza “La crociera dell’Allegranza” per il Corriere dei Piccoli, supplemento per ragazzi del Corriere della Sera. Nato a Milano il 21 luglio 1912, Zamperoni è figlio d’arte. Suo padre Luigi è titolare di un’importante sartoria teatrale nella quale il giovane Guido incomincia a disegnare i primi figurini per opere e operette. Alla chiusura dell’azienda di famiglia, si dedica al giornalismo di moda, che abbandona ben presto, richiamato dalla passione per il disegno. Dopo la breve collaborazione con il Corrierino, Zamperoni illustra Le strabilianti avventure di D’Artagnan, versione a fumetti del romanzo I tre moschettieri di Alexandre Dumas pubblicata dalle Edizioni Mediolanum. Seguono La scimitarra di Budda e Il pirata rosso, riduzioni didascaliche di due romanzi salgariani sceneggiate dall’amico Michele Bea e pubblicate sul Giornale dei Viaggi e delle Avventure dell’Editrice Sonzogno. Nel 1937, sempre assieme a Bea, con cui crea un fantomatico “B.B.B. Sindacato” ispirato allo statunitense King Features Syndicate (KFS), Zamperoni dà vita a tre serie d’azione: Avventure di Gianni Ferro, edita da Nicolli, Il Sommergibile Fantasma e L’Aquila dell’Oceano. Queste ultime due sono pubblicate dalla Casa Editrice Universale e vedono l’apporto ai disegni di Giovanni Scolari

 

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Dotato di un segno morbido, debitore nei confronti di Alex Raymond e di altri fumettisti d’oltreoceano, Zamperoni è chiamato da Mario Nerbini a collaborare a L’Avventuroso, per il quale disegna “Sulla linea Parigi-Cherbourg”, “Il tesoro del Fiume Giallo” e “L’asso dell’aria”. Purtroppo, proprio a causa del suo stile troppo “americanizzante”, nel 1939 l’editore fiorentino decide, per non incorrere nella censura del Ministero della Cultura Popolare, di interrompere la collaborazione. Parallelamente ai lavori per Nerbini, Zamperoni realizza le avventure di Lupetto, personaggio umoristico comparso sulle pagine de Gli Albi dell’Allegria della Casa Editrice Vittoria. Gli anni seguenti sono quelli drammatici della guerra e dei fumetti di propaganda. Nel 1940, su testi di Luciano Pedrocchi, firma i disegni di Saetta. La serie, incentrata sulle gesta di un giovane avventuriero, è pubblicata dalle Edizioni Alpe di Giuseppe Caregaro. Nel 1944 realizza Le avventure di ’O Scugnizzo, apparse sulle pagine di Fiamme, giornale edito dalla Presidenza Centrale O.B. 

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Nel 1945 abbandona Milano e si trasferisce a Pieve Ligure, un paese sulla riviera di Levante, dove rimane per circa un decennio. Qui incomincia a collaborare con il settimanale didattico Lo Scolaro, dell’editore genovese Iro Stringa, e, in seguito, con il periodico cattolico Voci d’Oltremare, del Centro Educazione Missionaria. L’anno successivo affianca Carlo Cossio nella realizzazione di Zambo, serie dedicata al colosso della Martinica ex nemico di Dick Fulmine, delle Edizioni Vulcania. Nel 1948 gli è affidata la realizzazione grafica di Frisco Bill, nel quale il disegnatore riesce a far convivere elementi umoristici su un impianto fortemente realistico. La serie è sceneggiata da Franco Baglioni ed è pubblicata dalle Edizioni Audace. Alla sua conclusione, assieme a Rinaldo Dami (Roy D’Amy) e a Franco Donatelli, entra nello staff de La Pattuglia dei Senza Paura, fumetto avventuroso sceneggiato da Gianluigi Bonelli. La collaborazione con la casa editrice della famiglia Bonelli prosegue con la realizzazione delle matite degli episodi della Collana del Tex Serie II nn. 46/52 (13 ottobre/5 dicembre 1950) completate a china dal titolare di testata Aurelio Galleppini. A partire dal 1941 Zamperoni partecipa, in veste di animatore, alla realizzazione de La Rosa di Bagdad, primo lungometraggio d’animazione italiano, ideato da Anton Gino Domeneghini. Tra i collaboratori figurano i nomi di alcuni importanti protagonisti del fumetto e dell’illustrazione nostrani dell’epoca: Angelo Bioletto, Libico Maraja, Giorgio Scudellari, Sandro Angiolini, Dino Attanasio, Ferdinando Corbella e Mario Faustinelli.

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Nei primi anni Cinquanta intraprende alcune collaborazioni con editori esteri. Per l’argentino Cesare Civita disegna Flecha, ideale seguito di Saetta, ma il mercato che lo vedrà a lungo protagonista a è quello francese. Per le Éditions Aventures et Voyages disegna, tra gli altri, il fantascientifico Sunny Sun; per la Sagéditions, Tarzan e lo storico Gerfaut, apparso anche in Italia con il nome Girfalco sulla testata Rin Tin Tin dell’Editrice C Cenisio; per le Éditions Vaillant il preistorico Rahan. Editrice Universo per disegnare, su testi di Antonino Mancuso, la serie Andros, pubblicata sulle pagine dell’Intrepido. Negli anni seguenti, abbandonata la professione, si dedica al modellismo ferroviario. Il 30 gennaio 2003, in seguito a una caduta accidentale, muore nella sua casa di Milano.

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