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Bruno Prosdocimi

Questa settimana Topolino omaggia Bruno Prosdocimi per i suoi 60 anni di attività. Un percorso ricco di successi nel mondo del fumetto, della caricatura, dell’illustrazione, delle figurine e della televisione. Sempre con una carica d’ironia gentile.

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A volte, le esperienze vissute da bambini sono quelle che indirizzano, magari inconsapevolmente, le scelte fondamentali di una persona. È quello che accade a Bruno Prosdocimi, che nasce il 23 maggio 1936 a Mestre in una famiglia agiata da Giuseppina Marino – nobildonna la cui famiglia ha a Vittorio Veneto una tradizione nella lavorazione dell’oro – e da Andrea Prosdocimi, ingegnere elettrotecnico. Bruno è l’ultimo di cinque figli, preceduto da Virginia, Nery, Myriam e Franco. Come spesso accade in questi casi, il più piccolo della famiglia è anche quello più coccolato e “viziato”. Il “vizio” o sarebbe meglio dire la passione che il padre cerca di trasmettergli fin da quando è piccolissimo è quello per il disegno e per la carta stampata. Andrea a sua volta quando era stato bambino, aveva nutrito una gran passione per il disegno che condivideva con un cuginetto con il quale passava tutto il tempo con la matite in mano. Purtroppo gli interessi di entrambi non furono assecondati dalle rispettive famiglie e così Andrea intraprese studi tecnici dedicando al disegno il suo tempo libero. Il parente fu obbligato a seguire studi in Legge che non gli interessavano punto, e che poi accantonò per seguire il suo istinto. Fece bene perché il cuginetto Bruno Angoletta diventò uno dei migliori disegnatori italiani di fumetti della prima metà del XX secolo.

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Andrea Prosdocimi, invece, poté dedicarsi un po’ al disegno solo al fronte, durante la Prima guerra mondiale. Sfogò il suo talento pubblicando vignette umoristiche sui giornali dedicati alla truppa, come La Trincea, firmandosi con lo pseudonimo di “Cavarzan”, il villaggio d’origine. Bruno Prosdocimi, insomma, cresce felice con un papà che lo sommerge di giornalini, quando ancora non ha imparato a leggere. Una delle passioni del padre è per Walt Disney, quindi Topolino è un amico di carta che si trova spesso attorno. L’autore nel volume Prosdocimi, la vita è un gioco: Topolino, umorismo, figurine, tv (di Paola Biribanti, Iacobelli editore, 2018) gustosissima lettura tra biografia e affresco di costume, nonché fonte di questo profilo ricorda anche come il padre lo porta, ancora molto piccolo a vedere Biancaneve e i sette nani. “Era a colori e quello è stato un momento storico fondamentale... La strega di Biancaneve era uno spettacolo impressionante per un bambino, infatti non me la sono mai più tolta dalla testa”. Quando Bruno cresce, il padre condivide con lui raccolte di riviste satiriche che gli ha tenuto da parte come la tedesca Simplicissimus, parlandogli di autori come il norvegese Olaf Gulbransson o mostrandogli ritagli con le vignette dell’egiziano-armeno Kiraz, al secolo Edmond Kirazian, inventore delle popolari Les Parisiennes. Insomma alla fine Bruno, come il padre Andrea, abbraccia in toto l’amore e il gusto per il disegno. Purtroppo per lui viene iscritto “d’ufficio” all’Istituto tecnico industriale Quintino Sella di Biella. “Cinque anni inutili” secondo il parere dell’autore, che gli fruttano nel 1956 un diploma di perito disegnatore tessile. Prosdocimi torna allora a Verona dove vive la famiglia e si iscrive all’Accademia di belle arti “Gian Bettino Cignaroli”

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Il suo talento non impiega molto ad emergere, specie se si tratta di cartellonistica o caricature. Nel 1957 scrive alla RAI per partecipare al Musichiere, celebre trasmissione presentata da Mario Riva. Gli autori Garinei e Giovannini lo selezionano e partecipa alla puntata del 15 marzo 1958 dove c’è un gioco nel quale deve disegnare su una lavagna luminosa il titolo di una canzone da fare indovinare a una compagna di squadra. È la sua prima volta in uno studio televisivo dove scopre di essere perfettamente a suo agio davanti a una telecamera. Nello stesso anno fa un breve soggiorno a Londra al ritorno del quale, apprende da un quotidiano acquistato appena sceso dal treno a Milano, di avere vinto uno dei premi assegnati al Salone internazionale dell’umorismo di Bordighera (al quale partecipa dal 1957 al 1962). Mentre frequenta la ridente cittadina, è raggiunto da una comunicazione dei carabinieri che gli notificano un avviso di renitenza alla leva se non si fosse presentato immediatamente al corso Allievi ufficiali di Lecce. La “cartolina rosa” che lo chiamava ad assolvere il servizio militare era arrivata mentre si trovava all’estero. 

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Anche in divisa Prosdocimi trova il modo di esprimere la sua arte sul foglio della scuola militare, Il Filetto d’oro, con vignette e caricature sulla vita da caserma. L’esperienza non è banale perché sotto le armi stringe amicizia con Glauco La Manna, che poi lavorerà in Mondadori, con Lucio Lami, futuro direttore di Bella nonché grande inviato di guerra, con Gianfranco d’Onofrio autore radiofonico e con Quirino Principe, musicologo e traduttore dal tedesco che nel 1970 curerà per Rusconi la prima edizione italiana completa de Il Signore degli Anelli, rendendo popolare Tolkien nel nostro Paese.

Concluso il servizio militare, all’inizio del 1960 Prosdocimi si iscrive di nuovo all’Accademia Cignaroli dove segue anche un corso di affresco con il maestro Aldo Tavella e giunge infine ad ottenere il diploma. Dal febbraio 1960, pubblica le sue prime vignette sulla gloriosa testata umoristica e satirica Il Travaso, che all’epoca vendeva 300 mila copie settimanali. C’era a quel tempo una rubrica, “Il Travasetto” che accettava i contributi di esordienti come lui e altri “saranno famosi” come Giorgio Forattini, Orazio Bartolozzi, Antonio Botter, Gaspare Morgione e molti altri. Il 30 aprile 1961 le conoscenze “giornalistiche” fatte durante il servizio militare si concretizzano in ben due lettere contemporanee di offerta di lavoro. Lucio Lami, che ora lavora a Quattrosoldi (rivista per la difesa dei consumatori nata da una costola di Quattroruote) lo invita a presentarsi da lui all’Editoriale Domus. L’altra offerta arriva nientemeno che da Disney. L’ex commilitone Glauco La Manna, ora impiegato amministrativo in Mondadori, che pubblica Topolino, deve aver fatto il suo nome quando ha saputo che c’era un posto come disegnatore nello staff del periodico. E del resto Prosdocimi non era sconosciuto nella redazione milanese di Via Bianca di Savoia al 20. Si era già infatti presentato più volte direttamente all’allora direttore Mario Gentilini che gli aveva anche affidato una sceneggiatura di prova. Il giovane Prosdocimi, che ha da poco compiuto i 25 anni non ha dubbi e tra le due offerte sceglie Disney. In ufficio gli affidano una scrivania di fronte a quella di Massimo De Vita con il compito di aiutarlo a completare le tavole, rifinendo a pennello le vignette con i necessari sfondi e dettagli di contorno. “Poi i fogli venivano squadrati e passati al lettering, dove venivano riempite le nuvolette. Quindi tornavano a De Vita che creava i collegamenti tra le nuvolette e i personaggi. Alla fine della filiera, c’erano gli ‘inguacchia cartoni’, che li mettevano sul rodovedro e procedevano con la coloritura”, ricorda Prosdocimi nel volume citato al principio. Una volta, nel 1961, lo mandano di nuovo in RAI per disegnare Minni in una puntata di Chissà chi lo sa?, trasmissione a quiz per ragazzi presentata da Febo Conti.

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Il lavoro sui fumetti non dura a lungo però perché in Mondadori viene organizzato un nuovo gruppo editoriale dedicato alle testate per ragazzi, affidato alla direzione generale di Enzo Angelucci. È lui a spostare Prosdocimi d’ufficio per assegnargli il compito di ideare le pagine pubblicitarie e le locandine da edicola per Topolino, Batman, Classici Audacia, Pecos Bill, Braccobaldo e Nembo Kid. Inoltre Bruno realizza e impagina i disegni di prodotti editoriali come l’enciclopedia in 5 volumi Per voi Ragazzi, l’Enciclopedia di Topolino o per l’albo mensile Giro del Mondo, uscito in 70 numeri da 64 pagine, ciascuno dedicato al resoconto geografico di un Paese diverso e dotato di un foglio di figurine autoadesive fotografiche da attaccare all’interno. Infine, si occupa di tutta la grafica aziendale e delle iniziative speciali; quindi dalle buste per la corrispondenza, ai materiali del mitico Club di Topolino, comprendenti tessera, diploma, vademecum e spille. Non mancano gadget e giochi come mazzi di carte o una tombola con i personaggi disneyani. Siccome del suo stesso gruppo editoriale fanno parte collane come Il Giallo Mondadori, Urania e Segretissimo non passa molto che Prosdocimi inizia a fare vignette e illustrazioni anche per queste testate. In particolare per i gialli cura una rubrica di successo di giochi polizieschi intitolata “Bersaglio mobile”. I testi sono a cura di Ornella Ferrari, che si firma Biri. La Ferrari è soprattutto un’autrice di canzoni e una giornalista specializzata nelle recensioni degli spettacoli teatrali. 

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Alla metà degli anni Sessanta, Bruno Prosdocimi lascia “il posto fisso” alla Mondadori con la quale continua comunque a lavorare da freelance e amplia inizialmente la gamma delle testate con collaborazioni umoristiche “tappabuchi” procurate tramite l’agenzia Disegnatori Riuniti di Cassio Morosetti. Mentre per conto proprio aveva già instaurato una serie di collaborazioni con testate come Confidenze, Il Travaso (ora da professionista e non più esordiente), e i quotidiani Il Giorno, Corriere d’Informazione e il veronese L’Arena. La sua caratteristica firma in stampatello ripartita su tre righe, PROSDOCIMI diventa sempre più riconoscibile e riconosciuta. Nel luglio 1968, Giorgio Pisanò (tra i fondatori del Movimento Sociale Italiano) riporta in edicola la storica testata umoristica Candido pochi giorni dopo la morte del suo fondatore Giovannino Guareschi e Prosdocimi ne diventa collaboratore. Propone al direttore una rubrica di recensioni teatrali a quattro mani, scritta dalla sua amica Biri e accompagnata da caricature degli attori. Non solo i protagonisti, cosa che si faceva da sempre, ma proprio di tutti gli attori della compagnia. Prosdocimi ha così l’occasione di frequentare il dietro le quinte del mondo teatrale. Nel 1968 torna in televisione chiamato da Cino Tortorella per un contratto di 11 puntate di Chissà chi lo sa? nel ruolo di caricaturista “dal vivo” degli illustri ospiti, cantanti e attori che partecipavano sempre più numerosi a quella che ormai era diventata la trasmissione cult della “tv dei ragazzi”. 

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Le caricature di Prosdocimi venivano poi riprese in sequenza e mandate in onda a fine programma sulla sigla di chiusura. Le partecipazioni televisive e le esperienze teatrali rendono Prosdocimi propenso anche a calcare in prima persona le tavole di un palcoscenico, cosa che fa in una serie di spettacoli organizzati per le scuole milanesi nei quali interveniva disegnando caricature di personaggi famosi o estemporanee storielle. Durante queste performance, per caso, nasce Super Cane un personaggio arancione non antropomorfo ma comunque bipede che è un po’ un alter ego dell’autore, in grado di realizzare eroismi impossibili. Simpatico e idealmente catodico, tanto che nel luglio 1969 trova uno spazio nell’ambito del programma RAI per ragazzi Ottovolante scritto da Bianca Pitzorno e Cino Tortorella e presentato da Tony Martucci. Da qui con un altro adattamento diventa un fumetto nel 1969 per Telezecchino di Campi editore (lo stesso di Tv Sorrisi e Canzoni), ripreso nel 1973 sulla rivista mensile Panini Il Paladino e, alla fine degli anni Ottanta, per Piemme. Piccolo Missionario pubblicato dai Missionari Comboniani di Verona. La partecipazione a Chissà chi lo sa? diventa anche un eccellente biglietto per visita quando Prosdocimi approccia Giuseppe Panini a Modena per proporsi come disegnatore di figurine. L’esperienza in questo campo se l’era fatta nel 1967 disegnando un’intera raccolta di figurine sulla storia romana per la Ferrero che stava per lanciare sul mercato le praline Pocket Coffee. Il lavoro non venne mai pubblicato perché entrò in vigore una legge che impedì di abbinare gadget a prodotti alimentari. Per Panini Prosdocimi disegna una nutrita serie di figurine. 

Partecipa anche alla regina delle collezioni, quella dei Calciatori, a partire dall’annata 1968-1969 fino al 1980- 1981! In ordine cronologico ha pubblicato: Cantanti e personaggi dello spettacolo (1968); Cantanti ‘69, Sport ‘69-’70 (discipline miste), Sprint ‘71 (ciclismo), Ok vip, (1971-1972), Cantanti ‘72, Sprint ‘72, Muenchen ‘72 (atleti delle olimpiadi di Monaco) Sprint ‘73, Hobbies and Jobs (1975), West (1976). Inoltre realizza una parte della serie Grousel Parade (1971-1972) a soggetto mostri e dedicata al mercato tedesco. Le figurine, senza album, venivano incluse come omaggio in confezioni di gomma da masticare. Per tutti gli anni Settanta continuano le partecipazioni televisive nelle quali Prosdocimi è sempre inserito come autore di giochi basati sul disegno o come caricaturista: Natale in casa (1970); Senza tanti complimenti (1972); Due Ragazzi incorreggibili (1976-1977) dove Prosdocimi disegnava il “riassunto delle puntate precedenti” di Sandogat (parodia del Sandokan con Kabir Bedi, evento tv dell’anno) con Franco Franchi, Ciccio Ingrassia e Daniela Goggi; Giococittà (1979) per il quale crea il personaggio di Rosa Fischietto (ispirandosi a Rosa Fumetto) e infine Luci per due ribalte (1979) dove firma i disegni della sigla finale. 

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La sfida successiva che Prosdocimi affronta è quella di dedicare più tempo ai luoghi delle proprie radici, alla città di Verona che diventa il perno delle sue attività. In particolare c’è il mondo della lirica che ha nella stagione dell’Arena un evento divenuto di risonanza internazionale che non ha mai potuto approfondire come invece gli è capitato con il teatro, con la musica leggera o con lo sport. Così il maestro “si lancia” con passione e assiduità alla scoperta di opere e compositori, dei più celebri cantanti che fanno immancabilmente tappa sul palcoscenico scaligero, di registi, coristi e figuranti che fissa su carta con la tecnica di sempre, disegnare dal vero durante gli spettacoli, le prove, dietro le quinte, nei camerini. I suoi disegni finiscono immancabilmente sulle pagine dell’Arena, a corredo di pezzi firmati per i testi da Maria Vittoria Alfonsi. Nel 1973 si tiene in una galleria del centro di Verona la prima esposizione delle sue opere e dall’anno successivo Prosdocimi dedica alla lirica anche lavori realizzati negli anni con tecniche diverse da quelle destinate alla stampa: dipinti a olio, grandi serigrafie, ceramiche perfino. Nel 1977 Gigi Vesigna, direttore di TV Sorrisi e Canzoni, che conosce Prosdocimi da quando lavorava a Topolino, mentre lui, nello stesso edificio Mondadori era redattore di Bolero Film, commissiona al disegnatore tre doppie tavole a colori sulla lirica in occasione del bicentenario della scala di Milano. Ormai per la sua opera di “divulgazione” popolare della lirica è diventato un simbolo artistico-culturale di Verona. Per questo, con sua enorme sorpresa, viene selezionato come tedoforo per rappresentare la sua città in occasione dei XX Giochi Olimpici Invernali del 2006. 

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Negli anni 2000 realizza diversi cofanetti di cartoline dedicati alla lirica (ma uno anche a Papa Francesco). Nel 2010 in occasione della Cow Parade di Roma mostra d’arte contemporanea ospitata all’aperto in oltre 40 città internazionali, consistente in grandi mucche di resina dipinte da artisti contemporanei Prosdocimi è scelto da uno sponsor veronese per dipingerne una che rappresenti la sua città. Dal 2009 disegna i bozzetti che sono alla base della realizzazione di grandi carri in cartapesta che sfilano nel carnevale veronese. Nel 2016 dipinge per Bussolengo, cittadina in cui attualmente vive, un enorme calendario dell’avvento di 27x7 metri. Nel 2018 le Poste Italiane stampano il francobollo “Natale in famiglia” destinato alla corrispondenza europea, con un’illustrazione di Prosdocimi a matita e chine acquerellate, e nel 2020 sempre Poste affida a Prosdocimi la realizzazione del francobollo commemorativo dedicato a Sandra Mondaini e Raimondo Vianello nel decimo anniversario della morte.  Ancor oggi, alla bella età di 85 anni, si dedica soprattutto alla pittura “da cavalletto”, quella tradizionale che chiude il cerchio di una carriera spesa a intrattenere, far sorridere e divulgare grazie al grande dono che ha ricevuto: la sintesi di un segno grafico che sa cogliere l’essenza di persone e cose.

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