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Massimo Rotundo

Nato l’11 aprile 1955 a Roma, città dove vive e lavora, Massimo Rotundo comincia a leggere fumetti da bambino, anche se inizialmente non lo entusiasmano. Racconta lui stesso: “La cosa che mi ha fatto un po’ cambiare idea sul fumetto sono stati i noir come Diabolik. Avendo fatto una scuola artistica, cercando lavoro in uno studio, vidi i disegnatori de il Giornalino, tipo Dino Battaglia e Hugo Pratt, e rimasi colpito perché mi sembravano dei grandi artisti. Il fumetto, diciamo così, commerciale lo leggevo ma non ero preso dall’immagine, forse anche perché non ero maturo. Invece, guardando le pagine de il Giornalino, dove c’erano questi autori con una marcia in più, mi sono reso conto che con il fumetto potevi fare un discorso artistico. Se ci riuscivi, ovviamente”.

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Così, dopo aver frequentato l’Accademia di Belle Arti, comincia l’apprendistato e nel 1978 esordisce in ambito editoriale realizzando storie brevi per i settimanali Skorpio e Lanciostory della Eura.

Subito dopo inizia un’intensa collaborazione con alcune riviste di fumetto d’autore. Prima prova è, nel febbraio 1983, L’ultimo viaggio a Delos, breve storia fantascientifica, di solo quattro tavole, sceneggiata da Maria Teresa Contini e pubblicata su L’Eternauta. Segue, sempre nel 1983, il più impegnativo Il Pescatore, altro fumetto fantascientifico ambientato in un distopico mondo del futuro. Autore dei testi è l’argentino Ricardo Barreiro, con cui, l’anno successivo, Rotundo firma un episodio della serie Low Alcade. Nel 1984 disegna anche il poliziesco Il detective senza nome, scritto da Luigi Mignacco.

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Tutti questi fumetti sono pubblicati su Orient Express delle edizioni L’Isola Trovata. In seguito, Il Pescatore e Il detective senza nome sono raccolti in due volumi della collana Gli Albi di Orient Express. Quando, con il trentunesimo numero, la rivista diretta da Luigi Bernardi interrompe le pubblicazioni, Rotundo intraprende nuove collaborazioni con Glamour, Diva e Comic Art. L’esordio su quest’ultima avviene con Shaw, serie sceneggiata dallo scrittore Giuseppe Ferrandino, che segna l’inizio di un fortunato e duraturo sodalizio. Nel 1986 il disegnatore romano collabora alla realizzazione di Rudy X, creato da Rinaldo Traini, al quale fa seguito, nel 1987, la serie Sera Torbara. Il primo è il risultato di un lavoro a più mani, con Rotundo che si occupa di studiare look, fisionomie e abbigliamento dei personaggi. La seconda un fumetto dalle attente ricostruzioni storiche. Il protagonista, Sera Torbara, è un ufficiale dell’esercito ottomano, disertore e assassino. I testi sono di Ferrandino che, assieme a Rotundo firma anche La città del non ritorno.

Da segnalare, a partire dal 1987, anche sei episodi, realizzati a quattro mani con Franco Saudelli della serie Esotica, pubblicata su L’Espresso Più, supplemento estivo del settimanale L’Espresso.

Nel 1991, ancora per Comic Art, realizza, sia per i testi sia per i disegni, una nuova serie dal titolo Tovarisc Nina. Ambientata in un futuro prossimo alternativo, nel quale l’URSS è ancora una realtà, ha quali protagoniste affascinanti e discinte donne soldato.

Intanto nel 1990 gli è assegnato il premio Yellow Kid come migliore disegnatore italiano.

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Il decennio che si apre gli porta nuove collaborazioni, non soltanto in patria. Infatti, la francese Albin Michel gli commissiona una serie erotica dal titolo Ex Libris Eroticis, mentre Glènat gli offre di disegnare una storia dedicata a Pierpaolo Pasolini dal titolo Pig! Pig! Pig!. Sempre in Francia esce una sua riduzione a fumetti del romanzo La pelle di zigrino di Honoré de Balzac.

In Italia è direttore artistico della serie I Grandi Miti Greci a fumetti e disegna Il Barbiere di Siviglia per il catalogo del Teatro dell’Opera. I rapporti con gli editori transalpini proseguono anche in tempi recenti: tra il 2008 e il 2011, infatti, Rotundo illustra i tre volumi della serie Prediction, pubblicata da Delcourt.

In Italia, intanto, nel 1998 Massimo Rotundo entra a far parte dello staff della Sergio Bonelli Editore. L’esordio avviene con il primo numero di Brendon, fantasy postolocaustico creato da Claudio Chiaverotti, di cui in seguito diventa anche il copertinista. Nel corso dei successivi anni, Rotundo realizza undici albi della serie mensile e due Brendon Speciale.

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Ho sempre avuto una predilezione per i character un po’ ambigui e tenebrosi,” spiega il fumettista parlando di Brendon, “quindi con il suddetto ho un buon feeling… tranne per i suoi capelli, che mi fanno dannare. Riferendomi a Brendon, come figura la trovo atipica ma molto innovativa. Poi, se guardo tutto il suo mondo in generale, lo ritengo molto interessante anche per via delle ambientazioni e io amo particolarmente immaginare nei disegni le ricostruzioni di una civiltà ‘nuova’ ma legata al passato da molti riferimenti e agganci che ricordano quella che l’ha preceduta.

Brendon si definisce un “cavaliere di ventura”, un uomo d’azione che può essere assoldato dalla gente comune a scopo di protezione, per risolvere problemi di giustizia, ritrovare persone o oggetti scomparsi eccetera. Si muove nella Nuova Inghilterra del dopocatastrofe, una sorta di medioevo futuristico successivo all’avvento della “Grande Tenebra”, un disastro provocato dalla caduta di un gigantesco asteroide sulla Terra. 

Quando, sempre in Casa Bonelli, Gianfranco Manfredi stende il progetto Volto Nascosto, cerca disegnatori che abbiano dimestichezza con la città di Roma. Il primo a essere interpellato, e al quale è affidato lo studio dei personaggi, è proprio Massimo Rotundo, non solo romano ma anche artista attento ai dettagli e appassionato di storia, in possesso di un gran numero di volumi storici e di illustrazione, oltre che di una vasta esperienza nel campo del fumetto in costume. Disegna così il primo numero e tutte le copertine della serie, infondendogli le giuste atmosfere ottocentesche e facendo da apripista agli altri autori dello staff.

Volto Nascosto ruota attorno alla figura di Ugo Pastore, un italiano che accompagna sin da piccolo il padre nei suoi viaggi d’affari lungo il mondo e ha imparato diverse lingue: l’arabo, il copto, svariati dialetti africani e le principali lingue europee. Con la palpebra sinistra leggermente abbassata a causa di un difetto, e una spiccata avversione nei confronti della violenza, Ugo sembra poco idoneo a gettarsi in pericolose avventure. Tuttavia, la vita spesso conduce dove non ci si aspetta e Ugo è coinvolto nel conflitto che dal 1889 vede affrontarsi Italia, impegnata in un’impresa coloniale, ed Etiopia. Incontra così il condottiero Volto Nascosto (che dà il titolo alla miniserie), difensore del popolo etiope.


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Conclusasi l’avventura africana, nella successiva miniserie, partita nell’ottobre 2011 e intitolata Shangai Devil, Ugo si ritrova coinvolto suo malgrado in un altro conflitto, quello tra alcuni stati occidentali e la Cina. A occuparsi dei disegni del primo numero è ancora Rotundo, che in tal modo rende ancor più omogeneo il passaggio da una serie all’altra.

Contemporaneamente e compatibilmente agli impegni in casa Bonelli, lavora anche per il cinema e per il teatro (Titus Andronicus, Gangs of New York e altri film), ed è attivo nel mondo dei cartoni animati (Scarpette rosse e Ulisse). Realizza le illustrazioni dei costumi creati da Milena Canonero (costumista vincitrice di due premi Oscar) per lo spettacolo Il lutto si addice a Elettra di Luca Ronconi e Amadeus di Roman Polansky

Collabora inoltre con la casa editrice Lo Scarabeo realizzando le Carte dei pellirosse e i Tarocchi di Atlantide

Si dedica anche all’insegnamento, è infatti uno dei fondatori della Scuola Romana dei Fumetti, dalla quale escono allievi destinati a collaborare con realtà quali Walt Disney, Marvel e Sergio Bonelli Editore, mentre altri operano nel mondo dell’animazione o lavorano nel cinema come storyboard-artist.

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Tra i lavori più recenti di Rotundo ci sono le copertine per la nuova edizione de Il Piccolo Ranger, serie western di Andrea Lavezzolo e Francesco Gamba, pubblicata da If Edizioni. Le illustrazioni firmate da Rotundo danno nuova vitalità al giovane protagonista, e dimostrano quanto il fumettista romano sia in grado di coniugare con efficacia tradizione e modernità. Questa stessa sintesi ha fatto sì che la Sergio Bonelli Editore gli affidasse la realizzazione di un Texone. L’albo, attualmente in produzione, rappresenta un tributo all’arte di un autore capace, in oltre trent’anni di carriera professionale, di sapersi misurare con tutti i generi del fumetto.

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