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Mario Uggeri

Non è inconsueto che i professionisti della matita che frequentano il mondo delle “nuvole parlanti” si rivelino artisti a tutto tondo, eccellenti professionisti anche d’altri ambiti delle arti visive, come la pittura, l’illustrazione e la scultura. In questa lunga schiera, che annovera tra gli altri i nomi di Sergio Tarquinio e di Dino Battaglia, trova un posto di rilievo anche quello di Mario Uggeri.

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Nato a Codogno (allora in provincia di Milano e oggi di Lodi) il 17 febbraio 1924, Mario Uggeri dimostra sin da tenera età uno spiccato talento per il disegno. A soli dieci anni, infatti, realizza i fondali per una compagnia teatrale locale, mentre alla fine degli anni Trenta comincia a interessarsi di arte classica e nel 1940 svolge il praticantato presso lo studio dello scultore e concittadino Aleardi.

Allo scoppio della guerra, il giovane artista è costretto a interrompere gli studi e dopo l’8 settembre 1943 si aggrega ai partigiani. Catturato dai militari tedeschi, è internato in Germania, nel campo di concentramento di Dachau, dal quale esce solo dopo la Liberazione. Negli ultimi mesi del 1945, dopo un breve periodo d’inattività, risponde a un’inserzione dell’Editrice Toro, in cerca nuovi fumettisti. Per la casa editrice milanese realizza la sua prima serie a fumetti, Le memorie di Ravengart il Re dei poliziotti, alla quale seguono, nel 1946, Rage l’invisibile e Bill Terremoto, pubblicate entrambi su Il Romanzo dei Ragazzi.

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Nel 1947, Uggeri inizia una collaborazione con la Redazione Audace, di Tea Bonelli, per la quale disegna la seconda serie, copertine incluse, di Ipnos, un personaggio sceneggiato da Gian Luigi Bonelli e ispirato al Mandrake di Lee Falk e Phil Davis. Sempre per la Casa editrice della famiglia Bonelli, nel 1950, Uggeri disegna le scene di raccordo dei numeri 1/7 e 13/18 di Red Carson, versione italiana del western a striscia statunitense Casey Ruggles, creato da Warren Tufts e adattato nei testi da Bonelli padre. Per questa stessa serie, il disegnatore di Codogno illustra anche le copertine e, con la collaborazione di Leone Cimpellin e di Franco Bignotti, due avventure inedite scritte sempre da Bonelli e contenute negli albi numero 8/12 e 19/24.

Contemporaneamente, instaura altre due collaborazioni. La prima è con Incanto, settimanale di romanzi, novelle e varietà (Editoriale Milano Nuova), per il quale crea illustrazioni a mezza tinta del racconto Peccato e Redenzione e alcune copertine. La seconda è con la Casa Editrice Universo, proprietà dei fratelli Alceo e Domenico Del Duca, per la quale disegna il western sui generis Rocky Rider, scritto da Luigi Grecchi.

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Dal 1951 al 1954, Uggeri illustra alcuni numeri di Tex Willer. Nel 1953, questa attività si alternerà al disegno delle storie di Yuma Kid, scritte anch’esse da Gian Luigi Bonelli, padre di Tex.

Nel 1954 è contattato dall’agenzia Creazioni D’Ami, alla ricerca di disegnatori per la casa editrice Fleetway (allora Amalgamated Press). È l’inizio di un’attività in terra inglese che lo porta anche a occuparsi delle serie western Kit Carson e Buffalo Bill, sempre per la Fleetway, e a illustrare fatti di cronaca per le testate Daily Mirror e Sunday Express.

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Dal 1957 Uggeri comincia a collaborare con il Corriere dei Piccoli, non solo realizzando fumetti come Rin-tin-tin (1960) e Capitan Coviello (1964), ma anche illustrando i romanzi western di Tommy River, scritti dal romanziere e sceneggiatore Mino Milani. Sue sono anche molte copertine per la Domenica del Corriere, con cui racconta per immagini fatti di cronaca. Da tempo, la sua vena pittorica è ormai nota e apprezzata dagli addetti ai lavori e Mario Uggeri si dimostra in grado di spaziare da dipinti realistici a immagini tendenti alla monocromia, decisamente più suggestive e personali.

L’illustrazione è destinata a diventare la sua attività principale. Infatti, a partire dagli anni Settanta si dedica quasi esclusivamente alla realizzazione d’immagini per il Corriere dei Ragazzi, per la Gazzetta dello Sport e per i mensili Astra e Salve.

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A metà anni Ottanta va in pensione, ma di tanto in tanto continua ad applicarsi al disegno, grazie a quadri, illustrazioni per manifesti e copertine di libri. Muore l’8 marzo 2004, lasciando dietro di sé uno sterminato patrimonio di disegni.

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