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Antonio Serra

Grande appassionato di fumetti e di fantascienza, Antonio Serra è uno degli autori che hanno contribuito a portare una ventata di innovazione all’interno della Sergio Bonelli Editore, non solo con la creazione di nuovi personaggi, ma anche con l’introduzione di tematiche e di influenze grafiche precedentemente poco o per nulla presenti nelle serie della Casa editrice di via Buonarroti

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Nato il 16 febbraio 1963 ad Alghero, in provincia di Sassari, nel 1978 Antonio Serra crea la fanzine di fantascienza Fate Largo. Nel 1982 incontra, al centro culturale Il Circolo, i coetanei Michele Medda e Bepi Vigna, con i quali condivide la passione per il fumetto. Insieme, i tre aspiranti sceneggiatori entrano far parte del gruppo Bande Dessinée e incominciano a lavorare assieme su alcuni progetti. Grazie all’incontro con Alfredo Castelli, il gruppo, conosciuto come “la Banda dei sardi”, approda alla Bonelli. Dapprima elaborando alcuni soggetti per Martin Mystére, poi sceneggiati dallo stesso Castelli, e in seguito scrivendo la propria prima storia del Detective dell’Impossibile, “Il mistero del Nuraghe” apparsa sui numeri 34 e 45 della testata. Nel frattempo, Serra collabora con diversi quotidiani, anche in veste di disegnatore, scrive articoli per la rivista specializzata Fumo di China e lemmi per L’enciclopedia dei fumetti della De Agostini. 

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In collaborazione con Medda e Vigna realizza nuove sceneggiature per Martin Mystére, Dylan Dog e Zona X. Ma il gruppo ha già in mente una propria serie, il cui protagonista è un ex poliziotto dal passato travagliato, che diviene un agente speciale di un’agenzia privata di investigazioni. Nathan Never, questo il titolo, è ambientata in un futuro prossimo molto cupo dominato dalla tecnologia e turbato dall’inquinamento e dallo strapotere dei mass media. 

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Raccontava Sergio Bonelli: “Nato da un serio e pregevole lavoro di preparazione e documentazione di Michele, Antonio e Bepi, il cupo investigatore del futuro ha modo di dimostrarsi un puledro di razza della nostra scuderia, tant’è vero che da un suo fianco decidiamo poi di estrarre la costola Legs Weaver. Per non parlare poi dei numeri bis, speciali, specialoni, Agenzia Alfa, Universo Alfa e così via, con i quali la Banda dei Sardi coniuga in tutte le sue possibili declinazioni il tempo futuro

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Dal 1991 la fantascienza, genere in passato poco frequentato, entra quindi a far parte delle tematiche della Casa editrice, mentre si sperimentano nuovi formati, sulla scia di quanto già fatto da Castelli con gli speciali di Martin Mystere. Non solo, Legs Weaver, originariamente compagna di avventure di Nathan nell’Agenzia Alfa, nel 1995 si guadagna una propria testata e diventa il primo personaggio femminile della Bonelli. Raggiunto il successo, il trio continua a collaborare, ma al contempo ognuno dei suoi componenti intraprende carriere da “solista”. Antonio Serra, trasferitosi in pianta stabile a Milano, diviene il curatore redazionale di Nathan Never e di Legs Weaver, testate nelle quali trasferisce anche la sua passione per i manga, i fumetti giapponesi. Racconta lo stesso Serra in un’intervista: “Tra gli albi bonelliani ci sono probabilmente le cose italiane più ispirate ai manga fatte finora. Come tutti sanno, a me piacciono molto i fumetti giapponesi quindi li ho usati spesso come punto di riferimento, anche se non ho usato solo loro”. Il tutto, ovviamente, senza forzature, ovvero rispettando le regole narrative e grafiche del fumetto bonelliano. Nathan Never rimane a lungo la principale occupazione di Serra finché, nel 2001, vede la luce Gregory Hunter. Questa nuova serie propone una fantascienza differente da quella di Nathan, più avventurosa e scanzonata, grazie anche al fatto di essere ambientata in un universo alternativo nel quale già dagli anni Sessanta è stato inventato un motore iperspaziale che permette agli uomini di muoversi a piacimento nel cosmo. Gregory è un ranger dello spazio impegnato nel portare la legge nei quattro angoli del cosmo. 

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La serie di Gregory Hunter è meno fortunata di quella di Nathan Never e si conclude dopo soli diciotto numeri. Dopo un periodo di relativa pausa, nel quale continua a occuparsi della sua creatura più longeva, nel 2009 Serra esordisce in edicola con un nuovo bonelliano, questa volta progettato come una miniserie di dodici numeri e graficamente curato da Gianmauro Cozzi. Greystorm,
questo il titolo, affonda ancora una volta le radici nella fantascienza, ma questa volta pesca nell’immaginario “verniano”, nel fantastico retrò con accenni di steampunk. Il protagonista, che dà il titolo alla collana, è un uomo della fine del XIX secolo, appassionato di meccanica e ingegneria, che costruisce un avveniristico dirigibile con il quale lanciarsi nell’esplorazione di zone sconosciute del mondo. Chiusa la parentesi di Greystorm, lo sceneggiatore si concentra nuovamente su Nathan Never, personaggio per il quale il 2011 si rivela un anno di fondamentale importanza. Sulle pagine dei suoi albi, infatti, prende forma quella che è definita la saga della guerra dei mondi nella quale è raccontato un lungo e devastante conflitto tra la Terra e Marte, che crea una sorta di serie all’interno della serie: un ulteriore elemento di innovazione all’interno del modello bonelliano. Serra, insomma, si dimostra ancora una volta capace di innovare pur mantenendosi nel solco della tradizione, e di sfruttare la propria passione per la fantascienza, e i medium a essa legati, per fini narrativi. 

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