
Il Mondo di If - agosto 2017
Nei giorni precedenti all’uscita del primo numero di Kinowa sono state numerosissime le dimostrazioni di affetto che molti di voi hanno manifestato nei confronti del personaggio e di plauso per quanto riguarda l’iniziativa di If Edizioni di riportarlo in edicola in una collana propria.
Se da una parte la cosa appaga la nostra autostima, dall’altra dimostra che esistono – e noi lo andiamo dicendo da tempo – personaggi immortali, capaci di conquistarsi un posto nell’Olimpo del fumetto e nei cuori dei lettori. Kinowa è una serie straordinariamente sfaccettata. Nella sua coralità anticipa un altro capolavoro di Andrea Lavezzolo, quel Piccolo Ranger nel quale ogni personaggio ha una personalità riconoscibile e un ruolo specifico nel complesso meccanismo narrativo della saga.
Un po’ alla volta, infatti, dopo la momentanea scomparsa dalle scene del personaggio che le dà il titolo, la serie si concentra sulle vicende dello scout Long Rifle e dell’“indiano bianco” Silver Gek. È soprattutto l’immagine di quest’ultimo a conquistare i lettori e a mantenere inalterate le già alte vendite della testata.
Il figlio di Kinowa affascina anche un altro grande sceneggiatore italiano, Gian Luigi Bonelli, che con Lavezzolo aveva lavorato a fianco a fianco nella scrittura di Dick Fulmine. Negli anni successivi, infatti, il “papà” di Tex crea ben tre serie i cui protagonisti sono nativi americani. Il primo è Yuma Kid, illustrato da Mario Uggeri, che fa il suo esordio nientemeno che su Poker, bizzarro rotocalco voluto da Tea Bonelli nel 1952. Cinque anni dopo, nel giugno 1957 arrivano Yado, disegnato da Francesco Gamba e apparso in appendice alla Collana del Tex, e Kociss, affidato alle matite di Emilio Uberti.
È di questi tre straordinari fumetti che parleremo il prossimo mese.
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